I medicinali equivalenti sono sempre più conosciuti dagli italiani, tanto che il 75% dei nostri connazionali dichiara di sapere bene di cosa si tratti.
Di Paola Barni
Gennaio 2022
Di Paola Barni
Gennaio 2022
Cos'è un farmaco equivalente
Per medicinale equivalente (o generico) si intende un farmaco avente la stessa composizione qualitativa e quantitativa in termini di sostanze attive e la stessa forma farmaceutica di un medicinale di riferimento, nonché una bio-equivalenza con il farmaco di riferimento dimostrata da studi appropriati di biodisponibilità.
Alleati di salute
A scattare la fotografia del rapporto tra consumatori e farmaci equivalenti è la recentissima ricerca “Gli italiani e i farmaci generici” condotta da SWG per conto di Egualia, industrie farmaci accessibili.
Anche in tema di sicurezza gli italiani non hanno dubbi: l’85% del campione intervistato sa che farmaci equivalenti e originatori contengono lo stesso principio attivo, il 77% dichiara che per entrambi la sicurezza è la medesima e il 71% conferma l’uguale efficacia. Tanto che attualmente il 69% degli italiani acquista spesso o occasionalmente farmaci equivalenti, nella maggior parte dei casi su indicazione del medico o del farmacista.
Anche in tema di sicurezza gli italiani non hanno dubbi: l’85% del campione intervistato sa che farmaci equivalenti e originatori contengono lo stesso principio attivo, il 77% dichiara che per entrambi la sicurezza è la medesima e il 71% conferma l’uguale efficacia. Tanto che attualmente il 69% degli italiani acquista spesso o occasionalmente farmaci equivalenti, nella maggior parte dei casi su indicazione del medico o del farmacista.
La qualità è la stessa
I cittadini hanno quindi ben compreso che la qualità di farmaci equivalenti e originatori è la stessa. Come precisa l’Aifa, l’Agenzia Italiana del farmaco, “la qualità di un medicinale equivalente è valutata in modo completo in accordo alla normativa e alle linee guida europee di riferimento”. Pertanto “i medicinali equivalenti sono conformi agli stessi standard di qualità, efficacia e sicurezza previsti per i medicinali di riferimento. Un medicinale equivalente può essere, quindi, prescritto e utilizzato in sostituzione del medicinale di riferimento”.
Più risorse per la ricerca
Se la qualità è la medesima, perché i farmaci equivalenti costano mediamente il 20% in meno? Gli italiani mostrano ancora qualche resistenza a comprendere che tale aspetto -peraltro a tutto vantaggio del budget familiare- è esclusivamente una conseguenza della scadenza del brevetto del principio attivo del medicinale originatore. “L’immissione in commercio di un medicinale equivalente costituisce un notevole vantaggio sia per il Servizio sanitario nazionale (Ssn), sia per il cittadino” precisa a questo proposito l’Aifa, “dal momento che i risparmi conseguiti possono esser investiti per il rimborso di nuovi medicinali innovativi per patologie rare o croniche e che, a parità di qualità, sicurezza ed efficacia, si amplia la platea di pazienti che possono accedere al medicinale”.
In estrema sintesi, i farmaci equivalenti non sono solo sicuri, efficaci, accessibili, ma sono anche attenti alla sostenibilità: liberano, infatti, preziosi fondi per promuovere la ricerca mirata alla cura di un numero sempre maggiore di patologie.
In estrema sintesi, i farmaci equivalenti non sono solo sicuri, efficaci, accessibili, ma sono anche attenti alla sostenibilità: liberano, infatti, preziosi fondi per promuovere la ricerca mirata alla cura di un numero sempre maggiore di patologie.